Dalla prossima domenica metteremo qui un libro di cui vorremmo si parlasse.

Questa nuova avventura si chiama ANITA.

Anita è un paese sotto Ferrara. Da Bologna vai a Budrio e poi sempre dritto. Arrivi ad Argenta e vedi i cartelli delle Bonifica Renana che ti dicono che quelle terre le abbiamo sottratte al mare. Vai dritto. Ancora. Diritto. E arrivi ad Anita. C’è un bar di una signora con un nipote dentro alla piscina gonfiabile da maggio a ottobre. Non hanno ghiaccioli solo gelati. Continui dritto. C’è una strada, c’è solo quella, con di qua e di là i fenicotteri. Che se non stai attentə cadi in acqua tanto è stretta. Arrivi ad una barca-ponte sul Reno, quello che passa a Casalecchio (assurdo), e c’è un bagnino/capitano della nave tatuato che con una corda di acciaio ti porto di là. Sali l’argine e a sinistra c’è un circolo Arci che fa la piadina alta con lo squaqquerone e la rucola perché siamo già a Ravenna. Avanti. Casal Borsetti. Traghetto. Marina di Ravenna. E da Marina partono mille storie.

La nostra prima domenica prossima.

NB. E poi ovviamente questa rubrica, come il paese, si chiama così per Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, che tuttə noi conosciamo come Anita Garibaldi (nome nato da un diminutivo e cognome del marito) . Grande donna rivoluzionaria.

PS. Ad agosto, come a capodanno, si fanno i buoni propositi. Vediamo quanto durano.

PPS. Sappiamo che citare protagonistə dell’Unità d’Italia possa suscitare reazioni diverse e ci scusiamo e diciamo fin da ora in ascolto e in supporto a chi si sentisse offeso o escluso. Decidiamo di farlo ugualmente perché, in linea con la nostra Mission associativa, vogliamo abitare nella complessità, accoglierla e non fuggirla, come del resto emerge dai libri di cui qui parleremo. Sarebbe per noi un enorme successo avere modo di convocare per quanto possibile chiunque volesse interagire con gli stimoli anche e soprattutto in senso critico e portando esperienze di vita e punti di vista che ne illuminino problematicità.

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